Nei momenti di crisi di mercato spesso le aziende si trovano a scontare dei costi di struttura troppo alti e a volte incappano nel “vortice dei costi fissi”.
Solitamente quando vengono stabiliti in azienda i prezzi di vendita viene calcolata l’incidenza dei costi di struttura (o costi fissi), con un procedimento che piĂą o meno funziona così: calcolo l’incidenza dei costi fissi sul fatturato, l’aggiungo ai prezzi d’acquisto, perchĂ© il margine mi deve ovviamente coprire anche i costi fissi, poi applico un bel ricarico (che è quello che vorrei guadagnare e che mi serve per gli sconti), ed ecco che ho il nuovo listino prezzi.
Attenzione però, perchĂ© se la mia struttura non è ottimizzata, soprattutto in tempi di vendite difficili, il mercato non è sempre disposto a pagarmi questa cifra perchĂ© sostanzialmente se ne “frega” dei miei costi fissi e se può compra da altre parti, in quanto in un mercato consolidato il prodotto o servizio diventa una commodity (cioè è molto comodo trovarlo anche dalla concorrenza).
Quando c’è una contrazione dei mercati, la struttura solitamente è poco flessibile e i costi rimangono stabili. Inoltre in attesa di una ripresa l’imprenditore potrebbe voler mantenere la sua struttura, benchĂ© non completamente utilizzata, ma a questo punto l’incidenza sul fatturato aumenta. E’ qui che si innesca un pericoloso vortice.
Infatti, il periodo successivo vado a ricalcolare di nuovo l’incidenza dei costi fissi, che sono pressochĂ© stabili, ma questa volta, con un fatturato un po’ calante, incidono un po’ di piĂą, quindi aumenta la percentuale di incidenza. Seguendo la solita prassi, andrò ad aumentare ancora di piĂą i prezzi. Ma il mercato è ancor meno disposto a pagarmi queste differenze e mi cala ancora il fatturato. Morale: se continuo a ribaltare l’incidenza dei miei costi fissi sui prezzi ho trovato la via piĂą breve per uscire dal mercato !
Quando una società ha delle inefficienze, vale a dire ha una struttura costosa o male impiegata, o che non è in grado di sviluppare volumi adeguati, e che si trova ad operare in un mercato consolidato e quindi molto competitivo, trova grandi difficoltà nel far scontare al mercato la propria inefficienza.
Cosa fare allora in questi casi?
I costi maggiori delle inefficienze che non si riescono a ribaltare sul mercato (qualcosa diamo per scontato che si riesca a fare) li deve, purtroppo, sostenere l’imprenditore mentre cerca di riorganizzare velocemente la struttura, vale a dire che non possono essere ribaltati sui prezzi, altrimenti piano piano si perdono quote di mercato.
E’ ovvio che i prezzi di vendita giusti sono sempre “i prezzi massimi a cui il cliente è disposto a comprare”, ma devo essere disposto a “scendere” fino a coprire almeno i costi direttamente legati alla vendita (provvigioni, trasporto, finanziario, etc..). Anche la NON vendita non coprirebbe i costi fissi!
Questo perché mentre cerco di diminuire, riconvertire o spostare a costi variabili i costi di struttura, almeno non perdo quote di mercato altrimenti qualsiasi riconversione risulterà poi vana.
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